Proponiamo in vendita a Tuglie, immersa nel verde e poco distante dal paese, villa attorniata da ampio terreno. La soluzione proposta è in stato grezzo avanzato, sono stati già eseguiti i lavori riguardanti gli impianti, la villa è provvista infatti di riscaldamento a pavimento. La villa proposta nasce su un vasto lotto pari a circa 11.500 mq, dove insiste sia un pozzo di acqua sorgiva che un pozzo artesiano. La proprietà permette di realizzare degli spazi esterni confortevoli e comodi, immergendosi in un’oasi di pace; infatti, la soluzione dispone di porticato anteriore ed anche retrostante, che impreziosiscono il tutto. L’area solare accessibile regala invece una suggestiva vista panoramica. L’abitazione la quale, si sviluppa a piano terra su una superficie interna di circa 125 mq, si compone di ingresso che, conduce alle tre camere da letto, al doppio servizio ed all’ampia zona living progettata con cucina a vista, e con 2 ampie vetrate che affacciano sul porticato e sul giardino. Sempre nella medesima proprietà anche ampio garage di mq 65 circa. Ne consigliamo la visione!Curiosità…Tuglie ha origini molto antiche. Lo confermano i quattro "Menhir" tugliesi che si trovano in aperta campagna: il menhir di "Monte Prino", alto circa due metri; il menhir delle "nove croci" in contrada "Camastra"; il menhir che si trova all'incrocio della via vicinale del "Caruggio" con la via vicinale "Camastra"; il menhir del fondo "Scirocco", al confine tra le tenute Santese e Losavio. Sono di particolare interesse le "Grotte Passaturi" o "Case vecchie", situate in prossimità delle scuole elementari, che, secondo alcuni studiosi, costituivano la dimora dell'antico popolo dei "Tulli" (1).Intorno al 1270, il piccolo nucleo abitato, sorto spontaneamente a ridosso della collina, era denominato "Casale Tulli" e apparteneva ad Almerico di Montedragone, ufficiale dell'esercito di Carlo d'Angiò. Il sovrano lo aveva donato al nobile cavaliere in cambio di alcuni beni posti nel territorio di Sulmona, città natale di Almerico (2). Nel 1280, il conte di Montedragone dovette accorrere a Taranto per sedare una rivolta popolare. Della sua assenza approfittò Gervaso da Matino che occupò con la forza il casale di Tuglie, ribattezzandolo "Castri Tulli" (3).Si racconta che Almerico, prima di lasciare il casale, fece edificare una piccola cappella nel posto dove prima c'era una nicchia di pietra con l'immagine delle Anime Sante, proprio dove ora sorge la Chiesa Matrice dedicata alla Madonna dell'Annunziata (4).Il 28 luglio 1480, una formidabile flotta di galee turche con 1.600 pezzi di artiglieria e 18.000 soldati, si schierò di fronte al porto di Otranto. Acmet, il capo dei turchi, promise vantaggiose condizioni, in cambio della resa, ma gli otrantini decisero di resistere ad oltranza. Cominciò così un assedio violentissimo, che durò 15 giorni. L'artiglieria ottomana bombardò le mura, l'abitato e la rocca. Poi i turchi, travolta ogni resistenza, dilagarono nella città mettendola a ferro e fuoco. L'assedio si concluse l'11 agosto: moltissimi cittadini morirono nei combattimenti. Tre giorni dopo, Acmet, sul Colle della Minerva, invitò i superstiti a convertirsi all'islamismo, ma gli otrantini rifiutarono, andando incontro al martirio. I corpi degli ottocento martiri non furono sepolti ma abbandonati sul posto, dove rimasero fino alla liberazione della città.Dopo l'occupazione di Otranto, le orde ottomane compirono terribili scorrerie in tutto il Salento, saccheggiando e distruggendo villaggi, paesi e chiese. Anche il casale di Tuglie venne raso al suolo, nonostante la resistenza organizzata dai Tulli e dagli abitanti di Paravita nella grotta detta di Fra' Nicola, dal nome del frate che animò la lotta contro i turchi (5). Per lungo tempo il feudo di Tuglie rimase abbandonato e senza vita tanto che i feudatari, non avendo vassalli alle proprie dipendenze, non potevano esercitare alcun diritto di proprietà. Poiché nessuno si.